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Home / La spedizione su Clipperton del 2005 e il suo innovativo sistema di stoccaggio di energia

La spedizione su Clipperton del 2005 e il suo innovativo sistema di stoccaggio di energia

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Al primo sguardo, Clipperton può sembrare poco interessante: niente più che un'isoletta dispersa in mezzo all'Oceano Pacifico, a 1.200 chilometri a sud-ovest dalla costa messicana. Guardando meglio, rivela tuttavia un'eccezionale diversità: questo atollo disabitato di soli cinque chilometri quadrati ospita infatti molte specie che non vivono in alcun altro luogo del pianeta.

Nel 2005 un gruppo di 25 scienziati sono partiti per una spedizione di quattro mesi per studiare la flora e la fauna uniche dell'isola. Alla loro guida si trovava l'esploratore Jean-Louis Etienne, già esperto di luoghi remoti, quali Artide e Antartide.

Nato nel 1946 a Tolosa, nella Francia meridionale, Etienne si è formato come medico, specializzandosi successivamente in biologia e nutrizione sportive. Negli anni 70 ha iniziato a intraprendere spedizioni di ricerca e nel 1986 è stato il primo uomo a raggiungere il Polo Nord in solitaria per via terrestre, trascinando la propria slitta per 63 giorni. Nel 1989 e nel 1990 ha co-guidato la spedizione internazionale Transantarctica che ha compiuto la più lunga traversata dell'Antartide mai realizzata via terra.

La spedizione Transantarctica aveva già con sé batterie Saft, con cui Etienne aveva pertanto già familiarità al momento di intraprendere la missione su Clipperton. Le condizioni ambientali erano tuttavia radicalmente diverse: dai -40°C dell'Antartide ai +40°C dell'Oceano Pacifico

Stoccaggio di energia solare ed eolica

Due batterie agli ioni di litio (Li-ion) da 6 kWh potrebbero non sembrare la prima cosa da portarsi dietro per un viaggio su un'isola tropicale. Per il successo della spedizione si sono tuttavia rivelate decisive: collegate a pannelli solari e a turbine eoliche, hanno infatti fornito l'energia necessaria all'impianto di refrigerazione, all'illuminazione elettrica e alla centrale di desalinizzazione dell'acqua, capace di potabilizzare 250 litri di acqua al giorno, nonché ai computer e a un'antenna tramite cui gli scienziati si sono potuti collegare a internet e condividere immediatamente le proprie scoperte.

Etienne ha calcolato che se la spedizione avesse usato batterie tradizionali al piombo-acido, il loro peso sarebbe stato di circa tre tonnellate. Gli accumulatori Li-ion, grazie alla loro maggiore densità di energia, sono tuttavia molto più leggeri, e il loro carico è stato solamente di 250 kg.

A tratti le batterie sono state sottoposte a livelli di stress non programmato: entusiasmati dalle scoperte, gli scienziati hanno spesso lavorato fino a notte inoltrata, usando contemporaneamente la connessione a internet e l'illuminazione elettrica; oltre a ciò, tre diverse troupe hanno visitato l'isola per filmare la spedizione, richiedendo energia per molte più persone di quelle originariamente previste nonché per ricaricare le apparecchiature di ripresa. Le loro prestazioni sono tuttavia sempre state all'altezza: durante tutti e quattro i mesi della missione non ci sono state interruzioni di fornitura né si è verificato alcun altro problema tecnico.

Durante il loro soggiorno su Clipperton, gli scienziati hanno costruito un accampamento, alimentato dalle batterie gemelle da loro affettuosamente soprannominate Marine e Océane. Etienne era accompagnato non soltanto dai propri colleghi, ma anche dalla moglie Elsa e dai figli Elliot e Ulysse, rispettivamente di tre anni e di nove mesi.

Nel corso della spedizione sono state identificate e studiate 32 diverse specie di uccelli, fra cui una grande colonia di sule mascherate. Anche la biologia marina dell'isola, con la sua impressionante diversità di coralli, alghe, granchi e altri crostacei, è stata attentamente esaminata. È stato inoltre possibile raccogliere un'importante mole di informazioni su clima e inquinamento, nonché sulla popolazione, non indigena, di ratti.

Avendo utilizzato energia interamente derivata da fonti rinnovabili, la spedizione si è rivelata un'occasione ideale sia per pubblicizzare lo sviluppo sostenibile sia per studiare il nostro pianeta, prendendosene al contempo cura.

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